Prayer in C (a third lower…)

Today I would like to talk to you about a song that got me obsessed over it: Prayer in C by Lilly Wood & The Prick.

Other than being a wonderfully written song, and other than having a deep text, with what is called an imprecatory prayer towards God, this songs presents an oddity: the title is Prayer in C, which leads to a reasonable expectation that the song is in C…except that it isn’t!
The song is clearly in A minor, so the title appears to be wrong. But why? Don’t you tell me that songwriter, composer, producer, editor, and all the many actors involved on the production of this music didn’t know about the difference between C and A minor. I don’t buy it.

The choice was clearly intentional and, while I don’t know the reason behind it, I can make an educated guess.

Here are the lyrics of the piece, read it carefully before carrying on with my article:

Yah, you never said a word

You didn’t send me no letter

Don’t think I could forgive you

See our world is slowly dying

I’m not wasting no more time

Don’t think I could believe you

Yah, our hands will get more wrinkled

And our hair will be grey

Don’t think I could forgive you

And see the children are starving

And their houses were destroyed

Don’t think they could forgive you

Hey, when seas will cover lands

And when men will be no more

Don’t think you can forgive you

Yah when there’ll just be silence

And when life will be over

Don’t think you will forgive you

One of the most recurring word is See, while also Seas is mentioned. Both of them carry a religious meaning, with Seas covering land representing the biblical great flood and See being an imprecatory invocation of God. Both of them are pronounced the same way as C.

I genuinely believe that Prayer in C sort of stands for Prayer in See, in the sense of “God, please, see!” The author was aware of the fact that the music was not really in C, but decided nevertheless to keep this title to emphasize the connection between the lyrics and the title. It is a well chosen poetic licence.

For a more detailed analysis of the meaning, I remind you to this well written article, although I disagree with the writer when he states that the prayer is in the key of C. It clearly is not. Other than that, it is a great article.
What does “Prayer in C” by Lilly Wood & The Prick mean? — The Pop Song Professor

Il controllo dell’imboccatura attraverso l’uso del labbro superiore

La maggior parte dei clarinettisti ritiene i seguenti punti come cruciali per quanto riguarda una buona imboccatura: il mento deve essere teso e rivolto verso il basso, l’ancia deve poggiare sul labbro inferiore, una porzione del labbro inferiore deve coprire i denti inferiori mentre i denti superiori poggiano sul becco a circa 1,25 cm dalla punta del becco stesso; il clarinetto deve formare con il corpo dell’esecutore un angolo di circa 30 o 40 gradi, le labbra devono chiudere il tutto ermeticamente e gli angoli della bocca devono essere rivolti verso l’alto in una specie di sorriso.

Per quanto queste raccomandazioni siano vere e siano d’aiuto nell’ottenimento di un suono gradevole e controllato, bisogna fare delle osservazioni. Molti docenti saranno d’accordo nel notare che gli studenti incontrano spesso le seguenti criticità:

  • difficoltà nel controllo dei salti più ampî, specialmente discendenti;

  • difficoltà nel controllo delle dinamiche e del suono nel registro acuto;

  • difficoltà nei cambi di registro;

  • difficoltà di articolazione nel registro acuto.

In questa situazione, la tensione nell’esecutore aumenta nel tentativo di produrre un bel suono. Un supporto diaframmatico insufficiente, unito ad un irrigidimento delle labbra e della gola porta ad una tensione eccessiva durante l’esecuzione, i cui indizi più comuni sono: movimenti involontari delle sopracciglia, eccessiva pressione delle dita sulle chiavi e sui fori, segni di evidente pressione eccessiva dei denti sul labbro inferiore. Queste problematiche sono tutte deleterie verso il risultato sonoro.

Il clarinettista deve imparare a ridurre la tensione sul labbro inferiore; molti clarinettisti si lamentano di un labbro inferiore dolorante. La ragione è semplice: se i denti superiori “scavano” sul becco, questa compressione si ritorce sul labbro inferiore. In questi casi, è auspicabile un intervento sull’imboccatura: non bisogna esitare, spesso bisogna cambiare davvero poco e i risultati si possono vedere in un tempo ragionevolmente breve. Il labbro inferiore deve funzionare come un cuscinetto morbido, in modo da abbassare l’intonazione nel registro di gola e in modo da produrre il tanto agognato suono caldo e rotondo; ammorbidire il labbro aiuta a sciogliere la tensione.

A questo punto la domanda sorge spontanea: “Come faccio ad avere il massimo controllo sull’imboccatura senza sentire dolore?”

La risposta sta nel labbro superiore, troppo spesso ignorato quando si ragiona sull’imboccatura. Il labbro superiore deve mantenere il becco nella sua posizione e agire come contrasto verso il labbro inferiore e verso i denti superiori. La procedura per sistemare l’imboccatura non è particolarmente complessa:

  • lo studente deve arricciare il labbro superiore contro i denti (senza avvolgerli, non stiamo applicando l’imboccatura a doppio labbro!);

  • lo strumento deve essere introdotto in bocca in posizione orizzontale;

  • lo strumento può essere ora abbassato in posizione normale.

Uno specchio può aiutare lo studente a controllare bene questi cambiamenti, che potranno anche essere percepiti come naturali. I vantaggi di questa accortezza sono svariati: lo studente controlla una cavità orale più ampia, ottenendo una maggiore risonanza e un maggior controllo nel registro acuto e negli intervalli ampî. Infine, ma non per importanza, la tensione e il conseguente dolore vengono alleviati.

Concerto del duo Marsia presso il Goethe Institut

VIA SAVOIA: PRESENTAZIONE DELLA RIVISTA KALAMON.IT

kalamon1-formatkey-png-w511.pngGiovedì 20 giugno, alle ore 19, nel giardino del Goethe Institut di via Savoia, presentazione di Kalamon.it, il magazine che racconta gli istituti internazionali e le Accademie estere. L’evento è in primo luogo occasione per presentare la nascita della rivista e il gruppo di giornalisti che ne curano le rubriche. Per l’occasione verranno assegnati due premi: quello per il miglior reportage sugli Istituti di Cultura stranieri e quello per il migliore articolo del sito. A seguire un talk con Oana Bosca-Malin, vicedirettore responsabile per i programmi di promozione culturale Accademia di Romania, Joëlle Comé, direttrice Istituto Svizzero, e Arja Karivieri, direttore Institutum Romanum Finlandiae sulla cultura internazionale a Roma, moderato da Raffaella Salato. La serata si chiuderà con un aperitivo e la musica dal vivo di Gregorio Maria Paone al clarinetto e Mario Piluso alla fisarmonica nel giardino del Goethe Institut.

Articolo preso dal seguente URL http://www.roma2oggi.it/?p=86347