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Benvenuti a Scuoladiclarinetto.it, il portale che vi guiderà attraverso il meraviglioso mondo del clarinetto. Perché questo strumento? Lascio a voi le parole di un importante musicista e filosofo dell’Ottocento, Raimondo Boucheron.

Questo istromento può dirsi il violino delle musiche militari, essendo quello che meglio vi può supplire, sia per l’agilità di cui è suscettibile, sia per l’estensione e per la bella pienezza del suono atto a farsi udire all’aperto. Il suono del clarinetto (quando sia suscitato da esperte labbra) gareggia colla voce della bellezza, pieno di grazia e di armonia, si associa con tutti gli altri stromenti a fiato, e tutti li abbellisce. Il clarinetto è di varie misure dal clarone o corno bassetto in tono di fa che è il più basso, e (non sapremmo il perchè) ormai fuor d’ uso, al piccolo clarino pure in fa e in sol che è il più acuto. Nelle moderne orchestre i buoni professori omai non adoprano che quello in Bfa o si bemolle colle modificazioni introdottevi dal celebre Muller, e questo si riconosce per lo più preferibile a motivo dei suoni dolci e robusti ad un tempo. Il clarino in la è più cupo, e quello in do è nei tuoni più acuti alquanto aspro e stridulo, sebbene più brillante. Troviamo adoperato da Mozart nella sua gran Messa da Requiem il corno bassetto o clarone in fa, invece del solito clarinetto,
il che dà un effetto magico e sommamente consono alla funerea pompa.

Raimondo Boucheron, Filosofia della Musica, Ricordi, Milano, 1842, p. 40.

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